INDIA: la mia Delhi avventura
- martinacorti5
- 3 mar 2018
- Tempo di lettura: 9 min
Delhi è stata un’avventura fin dal momento in cui sono salita sull’aereo per raggiungerla, ho iniziato subito a respirare un’aria diversa e a capire, più o meno, a cosa stavo andando incontro. È stato necessario trascorrere del tempo a Goa prima di spostarmi a visitare la vera India cittadina. Delhi è caotica, inquinata, sporca, stancante e talvolta scocciante… ma non c’è stato un giorno, seppur sfinita, in cui non mi fossi sentita affascinata da tutto ciò!
Strade enormi, corsie naturalmente non rispettate dalla loro guida a serpente, ambulanze poco considerate, venditori ambulanti con cesti di cocco bussano ad un finestrino ed un altro, una bimba sugli 8 anni corre sicura di se tra un’auto, un tuk tuk e uno scooter nella speranza di vendere qualche palloncino illuminato, non tutti la trattano bene e ciò mi rende triste.
Non appena arrivo nell’ennesimo luogo in cui dormirò, scopro quasi divertita e per niente sconvolta che il mio telefono, morto mentre ero in viaggio, non potrà essere caricato in quanto il mio caricatore ha deciso di rompersi e la mia batteria portatile è scarica sempre per lo stesso motivo. In realtà so perfettamente che sto pagando per un piccolo atto commesso l’anno scorso e mi rendo conto di quanto ho imparato ad essere buona ed onesta, con gli altri, ma anche con me stessa. La bellezza di questo imprevisto è che non me la prendo affatto, nonostante sia a Delhi, da sola e per la prima volta, il fatto di non avere un cellulare funzionante non mi sconforta. Ed è da qui che inizia la mia avventura… decido di esplorare questa città con persone locali così prenoto un tour e incontro nuovi amici, qualcuno straniero come me, ma la maggior del tempo sarò in compagnia di amici indiani così da immergermi totalmente nella cultura indiana.
Old Delhi: il luogo più magico della città
Dopo essermi soffermata ad osservare il traffico unico e caratteristico della città, niente era meglio di iniziare passeggiare tra le strettissime strade della vecchia Delhi e visitare i numerosi e affollati mercati di Chandni Chowk. Camminando in queste strade si può trovare davvero di tutto: da vestiti, gioielli, tutto l’occorrente per un matrimonio, a libri, a infusi di te, cibo (che descriverò nel paragrafo dello street food) alle profumatissime e coloratissime spezie. Una magia. Zaino permettendo avrei voluto acquistare una valanga di queste spezie speciali e non solo, ma oramai sto imparando anche cosa significa viaggiare senza acquistare, tutto ciò che vivo camminando in giro per il mondo è il souvenir più prezioso che mi porterò a casa.

Questo è il luogo in cui ogni giorno vengono preparati migliaia e migliaia di pacchi di merce da spedire in tutta l’India e in tutto il mondo. Talvolta i lavoratori non rientrano al loro domicilio per 3 o 4 giorni e così dormono sulle terrazze per poi riprendere a lavorare.
Gurudwara Tempio Sikh: quanto ne sappiamo della religione sikh? Io personalmente non ne sapevo nulla. È stato grazie ad un tour nella vecchia Delhi che ho visitato per la prima volta un loro tempio. Prima di entrare naturalmente bisogna togliere scarpe e calze, lavarsi mani e piedi e indossare un foulard sulla testa, donne e uomini. Il tempio all’interno è molto bello e si respira un’aria di pace e preghiera. Si può assistere ai loro momenti di preghiera con musica e recite di testi tratti dalle loro scritture sacre. Il sikhismo è una religione monoteista nata in India nel XV secolo, basata sull’insegnamento di dieci guru. loro 3 principi fondamentali sono: ricordare il creatore in ogni momento, lavorare e guadagnare onestamente e infine condividere il loro guadagno. Per questo motivo la loro vita si basa sulla condivisione e ne è la prova l’enorme spazio in cui si trova una cucina con pentoloni e una grande sala pasto. Ogni giorno moltissimi volontari preparano circa 30’000 pasti tra colazione, pranzo e cena per le persone bisognose.
Street food tour

Ritornando per le vie della vecchia Delhi, si può fare un divertente e gustoso street food tour. In India la carne più consumata è quella di pollo, ma per fortuna si trovano anche parecchie possibilità vegetariane e vegane. Ho scelto di vivere questo giro con due ragazzi indiani che hanno grandiosamente guidato il nostro piccolo gruppo di ospiti, facendoci divertire tra un piatto salato e uno dolce. In queste bancarelle vi sono le specialità della cucina indiana come un piatto di patate, versione piccante e non (per fortuna!) e…
(piatto della foto) questo piatto tipico è composto da una sorta di pane indiano e salsa di ceci molto speziato, si mangia rigorosamente con le mani. Abbiamo in seguito provato la Parathas una specie di piadina indiana farcita con patate o formaggio al suo interno.
Siccome non mangio carne non vi descriverò il locale in cui i miei compagni di viaggio hanno mangiato il pollo, ma vi descriverò invece il delizioso dolce di nome “Jalebi” che abbiamo provato nel miglior posto di Delhi, poco adatto alla linea in quanto l’immersione nello sciroppo caldo aiuta lo zucchero a creare uno strato esterno alla nostra specie di frittella, ma adatto decisamente al palato! Questo dolce viene servito durante le feste ed è anche usato come rimedio contro il mal di testa.
Una serata a casa di amici indiani
Nonostante la stanchezza della mia prima giornata tra le vie caotiche di Delhi, decido di vivermi quest’esperienza a 360 gradi e accetto con piacere il loro invito. La serata ha inizio con un film di Bollywood, per cui gli indiani vanno matti, in lingua hindi con sottotitoli in inglese e, tra una chiacchiera e l’altra, ho la possibilità di assaggiare dei curiosi antipasti indiani che spaziano da insalata di noccioline e cipolle ad anguria condito con sale e limone… naturalmente rubo le ricette!
Se gli indiani sono dei maghi in cucina, sono dei maghi pure con i rimedi naturali! Mi rendo conto sempre di più di quanto stiamo perdendo l’ascolto del nostro corpo e i rimedi che la natura ci offre. Tante volte per un piccolo dolore ricorriamo alla medicina tradizionale, quando in realtà basterebbe semplicemente conoscere qualche trucco casalingo, di postura corretta, piccolo massaggio oppure una pietanza curativa.

In cucina è loro abitudine usare una quantità inimmaginabile di spezie che vengono odorate, selezionate e infine mischiate proprio come un artista crea la sua opera d’arte. La cottura delle pietanze avviene a basso fuoco, ma per un periodo molto lungo. Difatti la preparazione di questa cena è durata ben 3 ore! E che dire.. ne è valsa l’attesa!
Chapati (una sorta di pane indiano), riso, purea di patate, verdure condite con salsa piccante e, per chi non è vegeteriano o vegano, pesce e pollo. Il tutto condito, appunto, con parecchie spezie che non riesco nemmeno ad appuntare e tanto cuore. Hanno cucinato per la loro ospite con immenso piacere ed è stato un immenso piacere per me vivere questa serata in loro compagnia.
Slum Tour, Sanjay Colony:
Naturalmente ho deciso durante la mia visita a Delhi di andare a visitare uno dei villaggi più poveri della città. A Delhi le persone che vivono in condizioni di svantaggio sono circa il 45% della popolazione. Ho così visitato, sempre guidata da un ragazzo locale, il Sanjay Colony. Villaggio in cui vivono circa 45’000-50’000 persone, non uno dei più grandi. Ho avuto la possibilità di camminare tra le loro strade e di conoscere la loro realtà. A partire dal grande commercio di vestiti che avviene al suo interno. Esiste una discarica dove le donne riciclano e separano tutti i tessuti che ricevono, dall’India, ma anche dal resto del mondo. Questi tessuti vengono poi distribuiti nelle fabbriche e nei piccoli commerci del posto per poter produrre una quantità enorme di vestiti che verranno esportati nei nostri paesi. Non ho una singola parola per descrivere quello che ho provato nel vedere con i miei occhi il luogo di partenza di quelli che sono gli abiti che ordinariamente e felicemente acquistiamo nelle nostre giornate di shopping e naturalmente indossiamo. Non posso descrivere le condizioni in cui queste persone lavorano e vivono; scarsa igiene e acqua e scarsa elettricità. È un argomento molto vasto che non svilupperò in questo momento, ma so per certo che svilupperò in un altro modo. Nel mio piccolo desidero poter fare qualcosa per loro. Ciò che mi ha rincuorata è stato conoscere Sagar e i suoi colleghi, ragazzi che hanno fondato un’organizzazione che si occupa di aiutare i loro ragazzi e le loro ragazze nella loro formazione extra scolastica. Provvedono lezioni d’inglese, d’utilizzo del computer, sviluppano le loro conoscenze e coltivano i loro talenti, così da poter ottenere presto un lavoro e creare un futuro migliore. Sono sicura che il mio tour a Sanjay Colony non si ferma qui.
Grazie Reality Tours and Travel per avermi fatto conoscere questa realtà.
Tour ad Agra… da fare se già si è a Delhi!

Parto, come previsto, alle 2am per Agra siccome desidero arrivare al Taj Mahal per l’alba, il mio autista è bravo e professionale, parla poco inglese e non è un chiacchierone, ma meglio così siccome ho sonno, posso quindi dormire in tranquillità. Purtroppo non riesco ad arrivare per l’alba, dopo il viaggio in auto, l’aver percorso il lungo viale, aver discusso con un tuk tuk, aver incontrato qualche scoiattolo, qualche asinello e cagnolino, fatto la fila per il biglietto e quella per i controlli di sicurezza… insomma il sole era già salito.
Il Taj Mahal è una costruzione meravigliosa, molto imponente che ti lascia davvero a bocca aperta. Non ho mai visto costruzione più bella di questo mausoleo fatto costruire dall’imperatore Moghul Shah Jahan in onore della sua moglie preferita, Mumtaz Mahal. La sua costruzione è durata 22 anni, 20’000 persone provenienti da Asia e Europa presero parte ai lavori, parecchi elefanti e bufali furono impiegati per il trasporto di materiale (marmo, pietre preziose…) Il capolavoro fu concluso nel 1654. Nonostante non sia un vero e proprio luogo di pace, bensì un luogo in cui migliaia di turisti scattano foto in stile “Torre di Pisa”, mi ha davvero colpita.
Dopo di ciò do un’occhiata al Forte rosso, patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO, il cui nome deriva dal materiale utilizzato per la sua costruzione, l’arenaria.
Ci sono molte guide in entrambi i posti a proporsi di accompagnarvi per la visita. Ho potuto ascoltare qualche notizia qua e la di guide prese da gruppi di persone, ma personalmente mi è stato consigliato di rifiutare in quanto si fanno pagare davvero troppo.
Consiglio sui.. mezzi di trasporto:
Innanzitutto diffidate dai molesti conducenti di tuk tuk che tentano di diventare i vostri nuovi compagni di viaggio. Vi chiederanno se è la prima volta che visitate l’India, anche se lo è, rispondete che già ci siete stati più volte. Saranno molto gentili e simpatici perchè spereranno di essere assunti come nuovi autisti e di potervi portare in giro per la città ad un prezzo apparentemente basso. Inizialmente potrà sembrare una figata, ma con una valanga di scuse il vostro nuovo amico non vi porterà dove avete domandato, bensì i posti a lui convenienti. Dunque quando avrete l’impulso di salire per la comodità di essere portati a spasso, ricordatevi che la metro è nuova, economica, più veloce evitando il traffico e non pericolosa come si pensa! Prendetela! Con questo non dico che un giro sul popolarissimo tuk tuk non va fatto, utilizzatelo per rientrare la sera ricordando di contrattare il primo prezzo che viene offerto e preferite l’utilizzo della metro per le vostre visite durante la giornata.
Aeroporto-città: onde evitare di pagare un prezzo altissimo per un taxi, sia quelli prepagati che non, il mio consiglio è quello di prendere la nuova linea della metro che collega aeroporto e città in circa 30 minuti di viaggio. Il costo è
"The Immigrant cafe"
vi consiglio vivamente di visitare questo locale del mio amico Irfan. Un luogo in cui sentirsi a proprio agio, bere qualcosa in compagnia o mangiare un delizioso piatto di qualsiasi cucina. Musica dal vivo o Dj set. Si trova a Rajiv Check / Central park. Nel cuore della città.
Museo di Gandhi
Luogo di pace in memoria del grande uomo simbolo dell'India. Al suo interno si può ripercorrere la vita e vedere gli spazi e il giardino dove Gandhi trascorse i suoi ultimi attimi prima di essere ucciso. Sicuramente molto emozionante.
Entrata gratuita.
Dopo 3 settimane in India… it’s time to move on!
Ed eccomi ad affrontare un’altra giornata di viaggio provando due sensazioni contrastanti, un pochino di tristezza nel lasciare un luogo che mi ha arricchita molto e grande entusiasmo nell’andare a scoprire nuovi luoghi! Che dire? L’India mi ha definitivamente cambiato la vita. Mi ha fatta rinascere, mi ha resa una persona più paziente, più disciplinata, più onesta e più tranquilla. Ho imparato ad osservare, non più a vedere, e soprattutto ad osservare con altri occhi. Grazie India per avermi insegnato che se una direzione non è quella giusta, bisogna guardare in un’altra. L’India mi ha dato il tempo di riflettere molto su di me e sulla mia vita e mi rendo conto di avere il solo rimpianto di non essere partita prima. Lascio questa terra con la consapevolezza di volerci tornare in un futuro nemmeno troppo distante e con tantissima ispirazione per la mia vita, professionale e privata. Chissà che riuscirò davvero a realizzare i nuovi progetti che volano nella mia mente! Che bello, che meraviglia e che immensa fortuna ho. Grazie mamma, ti penso ogni singolo giorno.
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