top of page

TASMANIA: i locali e la sua atmosfera speciale

  • Immagine del redattore: martinacorti5
    martinacorti5
  • 4 ago 2018
  • Tempo di lettura: 8 min

La Tasmania:

11 giorni, quattro backpackers, giacche pesanti e una terra tutta da scoprire. Una terra che fin dal primo istante mi è sembrata appartenere ad un altro Paese, totalmente diversa dall’Australia visitata finora. Totalmente diversa dalla Australia sulla costa e dalle zone turistiche. L’accoglienza dei Tassies è stata fin da subito eccellente, popolo molto più “chill” e molto più in contatto con la meravigliosa natura che la loro terra offre.

Un’isola tutta da esplorare, dalla cittadina capitale Hobart, alla costa est, a quella ovest, al nord. E poi dal mare alle montagne. Credo il posto che più ho adorato in Australia.


Stagione di viaggio:

luglio, nel bel mezzo dell’inverno. Capitale soleggiata, coste e zona nord con pioggia e vento. Montagne innevate. Ma infondo che importa, la bellezza di questo posto va oltre le temperature.

Mezzo di trasporto:

abbiamo noleggiato un’auto, essendo in 4, il prezzo era ottimo.

Itinerario:

Hobart - Waterfall bay - Dunalley - Bruny Island - Huon Valley - Wineglass Bay - Freycinet National Park - Bay of Fires - Launceston - Cradle Mountain - Queenstown - Richmond - Hobart

La capitale: Hobart

Graziosa cittadina capitale dell’isola. Una di quelle cittadine a portata di mano, non troppo grande, ma con la giusta quantità di cose da fare e da vedere. Il primo giorno, per abituarci alle fresche temperature di laggiù, lo abbiamo trascorso a passeggiare tra il Salamanca place, luogo principale in cui vi sono ristoranti, bar e il popolare Salamanca market al sabato. Proseguendo dal porto, uno dei più profondi, ne è prova le enormi navi posteggiate, arrivando per finire ai Giardini Botanici. Hobart offre arte e shopping; dalla Liverpool street molto cittadina ai suoi musei d’arte come la Gallery sulla storia della Tasmania (aborigeni, animali e opere d’arte), il museo marittimo, la galleria d’arte contemporanea e il famoso Museo d’arte Mona, raggiungibile con un traghetto panoramico.

Ostello in Hobart consigliato: The Pickled Frog

Luogo familiare con grande area comune ideale per incontrare altri viaggiatori. Cucina spaziosa, ben attrezzata, ostello in generale pulito, buon rapporto qualità prezzo. Inoltre, John, il manager, settimanalmente organizza un tour gratuito per gli ospiti dell’ostello nei dintorni di Hobart.

Pub in Hobart consigliato: The Brick Factory . Hobart non offre una grande movida, i locals sono abituati ad andare a nanna presto, ma nonostante ciò offre comunque qualche locale dove poter bere una buona birra, cenare e trovarsi a contatto con le persone del posto. Il The Brick Factory è tutto ciò con serate a tema organizzate, come quiz o commedie.

Soggiornando nella capitale abbiamo potuto fare diversi tour di 1 giorno, rientrando alla sera in città.


Waterfall bay and Dunalley: tour della peninsula organizzato dall’ostello per visitare diversi spot sulla costa (meravigliosi) facendo una passeggiata nel bosco ammirando l'incredibile vista della Waterfall bay . A fine tour ci siamo fermati al mercato del pesce, Fish Market di Dunalley , per mangiare il miglior fish and chips dell'isola.

Bruny Island

La piccola isola è raggiungibile con il traghetto ed è girabile in auto, la strada è una sola e le sorprese durante il tragitto non mancano: vari tasting di birre, apple cider, formaggi ed ostriche. Wallabies e conigli nella natura che saltano fuori quando meno te lo aspetti. La Lighthouse e la sua vista a 360 gradi. Meravigliose spiagge e un tramonto con dei colori accesi e particolari. Penso di aver visto parecchi bei tramonti viaggiando, ma un paesaggio così meraviglioso era la prima volta. Una cartolina, ma di quelle speciali.

Un wallaby a sorpresa Peccato che una foto non rende l'idea... Tra le spiagge più belle

Il Mount Wellington dove il mio compagno di viaggio dall’Uruguay, Nico, ha visto la neve per la prima volta. Una splendida vista sulla città. Ai suoi piedi due Musei imperdibili: la Cascade Brewery Factory, che offre tour e tasting nell' antica fabbrica della birra, e il Cascade female Factory; una prigione femminile che racconta le tristi storie di queste donne tenute prigioniere.

Guidare nella meravigliosa Houn Valley assomiglia quasi ad attraversare le montagne svizzere. È caratterizzata da paesaggi tipici di montagna; mucche, piccole case, vigneti ed immensi prati verdi. Anche nella valle non mancano i luoghi dove poter degustare vini e molto altro. Un paesino in cui vale la pena fermarsi è Cygnet, con le sue casette tipiche e rimanere incantati facendo una passeggiata attorno al lago.

Per gli amanti delle passeggiate in mezzo alla natura e anche dell’avventura, il Tahune Adventures Park è d'obbligo. Questo parco contiene il più lungo ponte sospeso che abbia mai visto. Un buon compromesso tra adrenalina e vista mozzafiato sulla foresta.


Per terminare al meglio la nostra gita nella Huon Valley, abbiamo trascorso la serata ad uno dei festival più famosi della zona, alla Willie Smith Apple Cider Factory. Qui una delle produzioni di mele più grandi. Infatti vengono esportate più di 20 varietà di mele diverse in tutto il mondo. Con queste mele inoltre viene prodotta una tipica bevanda, alcolica o non, l'apple cider. Un tuffo nella cultura Tassie e nelle loro tradizionali maniere di fare festa. La loro divertente e “countryside” musica, i loro costumi tipici creati con (ahimé lo scrivo solo per rendere l’idea di quello che è una tradizionale festa campestre in Tasmania) pelo animale... al posto delle costine ticinesi, burger di wallabies (come si può? Da brava vegana evito ulteriori commenti e passo oltre)... e poi.. parecchie bancarelle con artigianato locale, patatine fritte (meno male con quelle ho potuto cenare!) e, per sconfiggere il freddo, tanti piccoli fuocherelli davanti ai quali intrattenersi con gli amici.

La grande festa simboleggiava il cambio di stagione e per l’occasione un enorme personaggio di legno viene bruciato a falò. Una festa particolare in cui abbiamo incontrato solamente persone locali, curiosissime di sapere da dove venivamo. Devo ammettere che per qualche ora ci siamo sentiti dei veri Tassies.

Ma l'isola, seppur non enorme, è piena di luoghi da esplorare. Così nei giorni successivi abbiamo deciso di noleggiare un'auto e lasciare Hobart. Ci siamo diretti inizialmente verso la Wineglass Bay e il Freycinet National Park in cui poter scegliere il trekking più adatto alle proprie gambe. Il primo punto da raggiungere è quello in cima alla collina per ammirare la vista sul mare. Una passeggiata nettamente più impegnativa è invece quella per raggiungere la bianca spiaggia.

Qualche giorno più tardi siamo arrivati nella Bay of Fires, dove abbiamo passeggiato nella zona The Gardens: un meraviglioso luogo di montagna che ricorda nuovamente la Svizzera, prati, casette, mucche e tutto ciò che ricorda le nostre montagne... ma con il tutto circondato da enormi scogliere, spiagge immerse da conchiglie e l’oceano. Un posto in cui camminare, in silenzio, perchè ci pensa la natura a riempire quel momento.

________________________________________________________________________________________________________

Un incontro casuale eccezionale:

Viaggiando non puoi prevedere chi incontrerai sul tuo cammino e talvolta si fanno incontri casuali eccezionali. È proprio quello che è successo a me e ai miei compagni di viaggio. Costeggiando la costa est della Tasmania abbiamo improvvisamente deciso di fermarci in un luogo con alcune casette. Non appena scesi dall’auto abbiamo incontrato una signora anziana con il suo cagnolino molto curiosa di sapere da che parte del mondo venivamo. Così, poche parole più tardi ci ha invitato a visitare la sua casa che affaccia direttamente sull’oceano. Era così felice di parlarci della sua vita e di suo marito, appena morto, dopo 59 anni e mezzo insieme. Ci ha mostrato le sue fotografie scattate con un talento naturale, ci ha preparato un tè e riempito di dolci. È stato uno di quegli incontri casuali che fanno bene all’anima. Così, dopo due ore insieme l’abbiamo salutata e, con una lacrima e il cuore un po’ più colmo, abbiamo proseguito il nostro viaggio. Grazie nonna Allison per aver accolto 3 backpackers qualunque e aver condiviso con noi tutti questi racconti di una vita in Tasmania, terra meravigliosa.

_______________________________________________________________________________________________________

Ed il viaggio continua...

Il giorno in cui abbiamo deciso di salire a Cradle Mountain il tempo era purtroppo molto freddo e piovoso. Nessuna possibilità di connessione al mondo online. Così, una volta arrivati, siamo ritornati indietro di qualche decennio e abbiamo approfittato della compagnia l’uno dell’altro cucinando, chiacchierando e giocando a tipici giochi da tavola in una piccola casina di montagna. Spunto di riflessione: è stato bello liberarci dei cellulari, dei social e riuscire a passare del tempo insieme, tra noi quattro, senza preoccuparci di raccontare a persone a distanze incredibili quello che stessimo facendo, vivendolo e basta, senza distrazioni.

Il giorno dopo abbiamo passato una giornata in cima a questa montagna. I miei amici più coraggiosi hanno passeggiato due ore nella natura, attorno al famoso lago, sotto la pioggia e il vento. Che coraggio! Senza dubbio un luogo ricco di magia, una magia che probabilmente con delle temperature diverse avrei colto anche io.

Non si può visitare la Tasmania senza vedere il piccolo diavoletto tipico del posto. Un buffo incrocio tra un maialino e un roditore. Un marsupiale che vive in tutta l’isola, ma essendo notturno, per poterlo vedere è bene andare al Devil’s Sanctuary of Tasmania, un parco in cui parecchi esperti lavorano nel rispetto dell’animale permettendo loro di vivere nel naturale habitat e salvaguardandolo anche dal loro rischio di estinzione. Infatti questi piccoletti sono tremendamente propensi ad ammalarsi di tumore facciale che purtroppo ad oggi ha diminuito la loro quantità dell'80%.

Dopo un lungo viaggio tra strade a curve, al buio perchè non illuminate e cercando di non investire qualche animaletto esperto nell'apparire spaventato di fronte alle auto, abbiamo raggiunto l'affascinante cittadina fantasma chiamata Queenstown in cui abbiamo passato la notte in uno degli hotel più vecchi trovabili. Un vero e proprio tuffo nel passato, negli anni 30-40, oserei dire!? Cittadina fantasma per i suoi 1700 abitanti e per rischiare di incontrare qualche ghost tra le slot machines, gli inquietanti dipinti e le lunghe scale dell’Empire Hotel.

Purtroppo i giorni di viaggi non sono mai abbastanza e così, il giorno successivo, ci siamo diretti nuovamente verso la capitale. Appena lasciato Queenstown abbiamo cominciato a percorrere strade meravigliose e abbiamo trovato, casualmente, uno dei più belli lookout della Tasmania. È proprio vero che questa terra è piena di sorprese e talvolta basta solamente buttarsi in qualche stradina e rischiare di trovare uno spettacolo della natura favoloso, come questo:



Ma le gioie non durano mai a lungo. Infatti, poche ore più tardi ci siamo ritrovati a dover guidare il più ecologicamente possibile per non restare senza benzina nel bel mezzo della natura. Quando finalmente abbiamo raggiunto una stazione di benzina, davvero moooolto antica, abbiamo capito di essere fregati. La corrente era sparita in tutta la zona, niente possibilità di fare il nostro pieno di benzina. Ma per fortuna, grazie ad un lavoratore del posto, abbiamo potuto raggiungere un minuscolo paese a circa 40km di strada, fortunatamente in discesa, un luogo che altrimenti non avremmo mai trovato. Momenti di panico a parte, ci è sembrato veramente di trovarci in un vecchio telefilm. Ma che ne sappiamo noi che viviamo nelle città con confort, cellulari, computer e negozi stracolmi di cose e cosine?

Per non ritornare subito ad Hobart, Maria ed io abbiamo deciso di visitare Richmond, a pochi chilometri. Un minuscolo villaggio caratterizzato da piccoli e vecchi cottage in cui oggi giorno sono adibiti a negozietti di oggetti vintage, gelaterie e negozi di dolci. Qui il ponte più famoso d'Australia, nonché il più vecchio, costruito nel 1823.

Ultima sera: E così per salutare la Tasmania, stufe di mangiare il classico cibo da backpackers (pane, hummus, carote per fare finta di mangiare qualcosa di sano e riso in scatola...) abbiamo deciso di concederci una cenetta al pub-ristorante The Whaler a Salamanca Place. Con una buona birra locale. Cosa potevamo desiderare di più?

Thank you to my friends and travel mates from South America, Maria and Nico and the spanish girl Eva. We had great adventures together and among a discussion and another one, we could learn how to be flexible with each other and have some fun appreciating our positives, anyway. You are good people. See you soon, very soon!

Thank you also to the friendly guys met in The Pickled frog and the amazing staff.


Comments


You Might Also Like:
bottom of page