top of page

VIVERE IN VIAGGIO, L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

  • Immagine del redattore: martinacorti5
    martinacorti5
  • 1 set 2018
  • Tempo di lettura: 5 min

VIVERE IN VIAGGIO, L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA


Tendo sempre a scrivere, raccontare e mostrare sul mio blog o sui social i momenti migliori di ogni mio viaggio. Eppure non è sempre tutto facile. Oggi ho quindi deciso di portare alla luce qualche momento di debolezza a cui si va incontro nella vita e quanto è diverso affrontarlo lontano dal quel luogo che consideriamo casa. Essere in viaggio in solitaria ti da la possibilità di essere una persona anonima, di ricominciare da capo ogni volta che desideri e di provare quella buona solitudine che a molte persone fa paura, ma è ciò che io definisco la più grande forma di libertà.

Questa libertà però a volte può rattristare, come quando per esempio ti trovi dall’altra parte del mondo e hai problemi di salute. 4 settimane in Guatemala, un Paese che mi sta arricchendo giorno dopo giorno, ma essendo un Paese in via di sviluppo, ha purtroppo delle condizioni igieniche scarse. Probabile causa acqua incontaminata, ho preso i parassiti. Quando ho informato il mio manager che avrei dovuto mancare al lavoro si è messo a ridere, sono davvero pochi i visitatori in Paesi tropicali che restano immuni ai parassiti, sono solamente una delle tante. Porca miseria.

Ho passato due giorni con febbre alta, nausea, crampi allo stomaco e una malinconia che mai avevo provato in più di 7 mesi di viaggio. Non stare bene, lontana da casa, fondamentalmente da sola, in un Paese con un’igiene che lascia desiderare e non sapere bene come curarmi è stato sicuramente il momento più duro del mio viaggio. Un momento a cui sono però sopravvissuta, più forte di prima.


In Guatemala, come in tutto il Centro America, c’è una grande conoscenza delle piante e erbe medicinali, così ho provato a curarmi con una terapia naturale contro i parassiti, tanti semi di papaya, ananas e, per la gioia dei miei coinquilini, tanto aglio. Sto imparando a prendermi cura di me stessa e del mio corpo con la natura perché penso che con la grande e sicuramente importante evoluzione della medicina, stiamo un po’ perdendo ciò che la nostra casa, la Terra, ci offre. Seppur qualche persona incontrata è riuscita a sentirsi meglio grazie alle medicine naturali, dopo una settimana in cui cominciavo ad essere veramente impaziente del luogo in cui mi trovo, della scarsa pulizia, delle persone quanto ospitali quanto a volte impegnative, del cibo e di avere la sensazione di essere assalita da batteri ovunque mi trovavo, ho deciso di ricorrere alla medicina tradizionale e in pochi giorni sono tornata energica e piena di voglia di fare. Quest’esperienza mi ha però insegnato che la natura è molto importante per la prevenzione delle malattie, anche per la cura, ma probabilmente non in tutti i casi. È qualche anno che ho cominciato a seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, ormai anche vegana al 100% ed ogni giorno si rinnova la mia consapevolezza di quanto sia importante prenderci cura di noi stessi e del nostro corpo dandogli il giusto carburante per poter affrontare le giornate con l’energia che richiedono. Viaggiando mi sono resa conto che sempre più persone si stanno avvicinando ad uno stile di vita sano, diverso da quello che la nostra società e le tradizioni ci insegnano. È un tema che mi sta particolarmente a cuore e che, viaggiando e studiando, sto approfondendo sempre di più.


Chiudo questa parentesi sul cibo sano e mi sposto a parlare di quanto sento che la nostra cultura è fortemente dentro di noi. Al momento mi trovo in quella fase in cui viaggiando da diversi mesi, cominci a capire che per quanto potrai studiare una lingua e raggiungere un buon livello, quella non sarà mai la tua lingua principale. Quanto sono fortunati gli americani, gli australiani e gli inglese che viaggiano potendo parlare la loro lingua? Penso che la cosa che più amo fare è viaggiare, esplorare e conoscere persone con culture e modi di comunicare differenti dal mio. Negli ultimi giorni però provo quella sensazione in cui vorrei tele trasportarmi per un’ora soltanto in un ambiente in cui le persone parlano la mia lingua. Poter ordinare un tè al bar in italiano, comprare le verdure in italiano oppure poter esclamare “Oggi ho passato davvero una bella giornata!” ed essere capita dalle persone che mi circondano. Ma quante lingue esistono al mondo, un’infinità, pensando al posto in cui mi trovo ora in cui la lingua ufficiale è lo spagnolo, ma le persone locali continuano a parlare tra di loro le interessantissime lingue maya. Parlando l’inglese puoi andare ovunque nel mondo, certamente, ma poi in realtà ti rendi conto che la comunicazione con le persone va oltre la lingua che si parla. È tutta una questione di connessione, con alcune persone nascerà subito, con altre potrà richiedere più tempo e con altre invece non ti sentirai mai in collegamento, ma è proprio questa connessione che, quando si accende, ti porta ad avere dei momenti di condivisione che andranno ad arricchirti. Non importa da quanto tempo conosci una persona, spesso quelle che più lasceranno il segno sul tuo cammino, sono coloro con cui hai passato solamente qualche ora, qualche giorno o qualche settimana.

Mi sono confrontata con centinaia di persone in questi mesi di viaggio, con alcune ho trovato un’immediata connessione, sono nate conversazioni speciali che mi hanno fatta crescere e mi hanno ricordato quanto è importante la costante evoluzione di noi stessi. Non è incoerenza quando dopo esperienze ci ritroviamo a pensare in un modo diverso da quello che che era prima. Non è incoerenza quando cambiamo punto di vista, idea o opinione. È semplicemente la bellezza del crescere e l’accettare di cambiare. Il cambiamento è necessario per non rimanere sempre nello stesso punto.

Qualche volta invece non mi sono sentita a mio agio in luoghi, ambienti o con alcune persone. Altre volte non mi sono sentita fiera di me stessa, mi sono sentita più fragile, ma ho imparato finalmente ad accettare tutte le emozioni che ero abituata a reprimere ed ho imparato l’importanza di esprimerle. Questi mesi di viaggio si stanno rivelando una resa dei conti, un’arresa di fronte ad un periodo duro e mi stanno rendendo una persona migliore, una persona che sta imparando a mostrare anche i momenti “no” senza volerli sempre nascondere al mondo. Non mi considero una persona a cui piace essere al centro dell’attenzione, anzi ad essere sincera il condividere i miei viaggi, le mie esperienze e anche un po’ di me stessa talvolta mi imbarazza. Non rileggo mai ciò che scrivo, ma al contempo provo piacere nel farlo perchè credo fortemente nella condivisione. Così come amo incontrare persone disposte a lasciarmi qualcosa, amo anche riuscire a lasciare qualcosa agli altri.

Qualche volta non è nemmeno evidente far fronte alle infinite domande poste solamente con lo scopo di annoiare, o alle critiche un po’ invidiose delle persone troppo conservative; concludo quindi questo post ricordando a tutti coloro che mi chiedono come faccio ad essere in vacanza da più di 7 mesi che non sono né ricca, né pigra, né tanto meno in vacanza. Sono in viaggio ed è davvero differente, sto esplorando, studiando, lavorando a breve e lungo termine, sto imparando la vita. Quella vita che non ci insegnano sui banchi di scuola.



Per il resto, amici, continuate a seguirmi e sappiate che sono sempre a disposizione a rispondere a tutte le belle domande!

A presto!


Comments


You Might Also Like:
bottom of page