3 giorni nell'Amazzonia
- martinacorti5
- 8 nov 2018
- Tempo di lettura: 4 min
In viaggio con Silvia - Tour di 3 giorni nell'Amazzonia
27.10.2018
Arrivate a Manaus, dove domani mattina presto partirà il nostro tour con guida per 3 giorni nella giungla dell’Amazzonia. A Manaus di interessante c’è solamente il Teatro da visitare, fuori e dentro. Per il resto è una città anonima e follemente calda. A dire il vero ci siamo domandate come la gente possa vivere in questo luogo.
28.10.2018

7:15am partiamo con la nostra guida per Rio Urubu, Silvia, io ed una coppia di ragazzi francesi. Due ore e mezza di auto più tardi cambiamo mezzo di trasporto e iniziamo la nostra esplorazione del fiume Urubu a bordo di una piccola barca tipica a motore. Il nostro autista è un po’ folle, andiamo velocissimo e, con il dubbio di capottarci a breve, iniziamo ad ammirare così questa meravigliosa vegetazione a bordo fiume. Acquile, avvoltoi, rondini e una serie infinita di uccelli abitano questi alberi. Nel fiume vivono pure i piranha che in seguito i miei compagni di viaggio hanno pescato per la cena. Io, invece, non ho desiderato fare parte di questo mondo e mi sono rilassata nel fiume calmo e rinfrescante. Nello stesso fiume abitato dai piranha tra l'altro, per sorridere, ma abbiamo saputo che questa specie non attacca gli umani.
Queste tribù vivono a stretto contatto con la natura e con la nostra Terra. Il nostro primo alloggio si trova nella giungla, un luogo di pace circondato da natura, in cui i locali, queste persone facenti parti delle tribù dell’Amazzonia, ci hanno fatto sentire più che benvenuti. Ancora una volta mi rendo conto di quanto sia fortunata a poter raggiungere con i miei piedi questa parte di mondo, quando Wellington, la nostra guida, non è stato mai più lontano di Manaus (a due ore e mezza e 45 minuti di barca da li). Camminando nella giungla ci hanno insegnato i vari tipi di usi medicinali delle piante e di come loro si servono di tali erbe piuttosto che andare in farmacia. Sempre più convinta che nel nostro mondo attuale sviluppato stiamo veramente perdendo il contatto con la nostra casa dimenticandoci che la Terra ci offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno. I membri di queste tribù non vanno a fare la spesa da Carrefour, vanno nella giungla e raccolgono frutta, cacciano polli selvatici e raccolgono il latte di Amapà che si estrae sotto la corteccia dell’albero amapazeiro (brasiliano naturalmente). Il latte di Amapà viene utilizzato dalle tribù a scopo nutritivo, ma anche curativo.
La seconda notte abbiamo deciso di campeggiare proprio nella giungla e così abbiamo caricato un’amaca, del cibo, un macete e dei vestiti lunghi e ci siamo incamminati con la nostra guida Wellington. Dopo un trekking di 1 oretta in cui abbiamo sudato come mai nella nostra vita, abbiamo raggiunto un luogo adatto per potervi passare la notte. Una rinfrescata nel piccolo ruscello e via al lavoro con il macete a tagliare tronchi di albero per poter accendere il fuoco. Abbiamo raccolto foglie e bastoncini per poter creare i piatti che più tardi hanno contenuto le nostre verdure, patate e riso cotti sopra al fuoco da noi acceso. Wellington in men che non si dica ha creato dei cucchiai e dei ferma capelli per noi ragazze, con del legno ed un macete, con la stessa velocità in cui noi maneggiamo il nostro cellulare. Incredibile.
In questa giungla vivono giaguari, armadilli, puzzole, serpenti, ragni e tarantole. Se durante il giorno siamo riusciti a far uscire una tarantola dalla sua tana, alla sera abbiamo avuto l’onore di vedere una bellissima anaconda sul colore rosa, di circa 2 metri di lunghezza, in cerca di rane per nutrirsi. Dico che abbiamo avuto l’onore perchè si vede raramente e noi abbiamo avuto questa fortuna.
Dopo aver cenato nel nostro meraviglioso piatto composto da foglie, Wellington ci ha intrattenuto con qualche racconto sulla sua vita e sulla vita degli abitanti di queste tribù. È stato molto interessante scoprire questo modo di vivere totalmente opposto dal nostro europeo e, sotto certi aspetti, oserei dire anche migliore. Senz’altro un modo di vivere più naturale, più minimalista e più sano. Per quanto l’evoluzione sia importante la stessa ci ha portato però ad un’esagerazione di ogni cosa. Viviamo di eccessi quando dimezzando la quantità sarebbe ancora esagerato. E mi riferisco ad ogni cosa che faccia parte della nostra quotidianità.

Ore 22:30: abbiamo appeso le nostre scarpe ad un tronco e ci siamo messe a nanna nella nostra amaca coperte da un lenzuolo. Un lenzuolo che ci ha protette dal leggero fresco calato durante la notte, ma anche immaginariamente da eventuali insetti, foglie o animali in visita durante il nostro sonno. Ho dormito meravigliosamente bene accompagnata da un concerto di uccelli e di rane e dai passi di un armadillo che è venuto a trovarci durante la notte. La forte umidità ed il sole ormai nato ci hanno svegliato alle 5:45 ed è stato uno dei risvegli più belli vissuti fin’ora. Wellington aveva già acceso il fuocherello che a quell’ora creava una piacevole atmosfera di calore in un inizio giornata ancora fresco. Pipì tra le foglie e una sfregata agli occhi con l’acqua del ruscello in attesa di fare colazione con della buona frutta fresca e caffè scaldato in un pentolino appeso sopra al fuoco. Abbiamo così iniziato la nostra giornata praticando un sistema di caccia tipico delle tribù; una cerbottana contenente una freccia creata con materiale raccolto nella foresta. Naturalmente il nostro bersaglio era un pezzo di papaya appeso sulla cima di un ramo che, dopo una trentina di tentativi, ho centrato fiera di me.
Abbiamo in seguito raccolto le nostre amache e ci siamo diretti nuovamente verso il campo godendoci ogni passo in quella meravigliosa natura.
Un ultimo bagno rinfrescante nel fiume, un ultimo momento di relax sull’amaca e un ultimo giro sulla barchetta a motore ormai diventata il nostro mezzo di trasporto principale e salutiamo l’Amazzonia, grande fonte di pace, di studio, di riflessione, di aria pulita e di una natura meravigliosa.
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