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La Bolivia, un Ticino degli anni 30

  • Immagine del redattore: martinacorti5
    martinacorti5
  • 18 nov 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


Quando in viaggio tra Santa Cruz de la Sierra e La Paz, dal bus, ho visto una ragazza correre dietro a due asinelli, mi è immediatamente venuta in mente mia nonna. Non oso ricordare quante volte in 26 anni ho sentito i racconti della sua infanzia passata a correre dietro al suo asinello, a me come a tutti gli altri nipoti e amici, che rispondiamo sempre con la stessa frase “sì nonna, ce l’hai già raccontato mille volte del tuo asinello”. Eppure ha dell’incredibile, mai come ora ho trovato così speciale il suo racconto.

Questa nonna di ormai 89 anni, con una salute di ferro, ma una testa che ogni tanto fa le bizze, 80 anni fa era una bambina. Una bambina che correva dietro al suo asinello per i prati di Grancia (in Ticino). Ogni mattina si svegliava alle 5, quando era inverno correva alla sua piccola scuola di paese per accendere la stufa, così che, all’inizio della lezione, l’aula fosse calda per gli altri alunni e per la maestra. Prima ancora di iniziare a studiare però, in sella al suo asinello si recava in città, a prendere la “corobbia”, il cibo per gli altri animali che lei e la sua famiglia possedevano nella stalla e portava il latte delle loro mucche. Oggi giorno questa trasferta richiede probabilmente 15 minuti di auto, all’epoca, a passo di asinello direi molto di più. Questo era il suo lavoro per dare una mano in famiglia, aveva meno di 10 anni e quando in classe si addormentava con la testa poggiata sul banco, la maestra la lasciava riposare. Quando invece sulla strada incontrava un turista, probabilmente proveniente dalla svizzera francese o tedesca, puntualmente le veniva scattata una foto. Me la immagino mia nonna, sorridente sul suo asinello, già da bambina felice di essere notata. Sarebbe così magico poter trovare un giorno, in qualche vecchio album di vacanza appartenente a qualche tris nonno, uno di questi scatti.

E insomma, è questo racconto di vita della mia Nonna Rina che mi fa emozionare a viaggiare per questi paesaggi della Bolivia. Mi emoziono perchè in fondo anche la Svizzera, anche l’Europa, 80 anni fa viveva di campi, contadini, mucche e asinelli. Anche noi, 80 anni fa, non eravamo sviluppati economicamente, anche noi avevamo poca cultura, pochi soldi e vivevamo a stretto contatto con la terra e con gli animali per arrivare a nutrire la decina di figli che era normale avere. Anche in Ticino, all’epoca, era normale vedere cani per strada liberi di correre tra le stradine oppure andare a lavare i panni sporchi nella fontana di Paese. Era normale lavare un’intera famiglia con la stessa acqua perchè non ce n’era abbastanza e nei periodi più difficili, cenare con pane e latte perchè saziava. Studiare fino alla quinta elementare era un privilegio perchè la maggior parte dei bambini si dovevano fermare alla terza. Come la mia nonna, che però, le tabelline imparate in terza elementare, se le ricordava ancora brillantemente quando ero bambina io e me le insegnava durante le passeggiate nel bosco.

Per mia nonna in Svizzera erano gli anni 30, per i boliviani sono gli anni 2000, in fondo non fa alcuna differenza.


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