Perù: business creato sopra alla povertà e al turismo
- martinacorti5
- 14 dic 2018
- Tempo di lettura: 5 min

Abbiamo raggiunto la Bolivia, visitato Santa Cruz de la Sierra, La Paz e ci siamo in seguito dirette verso il Lago Titicaca a 3’813 metri di altitudine. Il Lago Titicaca è il lago navigabile alla maggior altitudine al mondo. Dopo aver visitato Copacabana e l’Isola del Sole con i suoi asinelli, abbiamo deciso di attraversare la dogana con il Perù. L’abbiamo attraversata a piedi, passando dai due uffici migrazione, cambiando bolivianos in soles e incontrando un piccolo cucciolo di cane appartenente ad una delle tante signore che gestiscono i bagni pubblici sulla strada. “Benvenute in Perù” dice la grande scritta rossa ed una comitiva di ragazzini boliviani in viaggio hanno voluto scattare una foto con noi, due backpackers sotto il loro primo sole peruviano. Con un bus collettivo (un piccolo bus utilizzato principalmente dai locali) e un piccolo tuc tuc abbiamo raggiunto Puno, molto più cittadina rispetto alla piccola Copacabana. Ci è subito piaciuta, in realtà, dalla Plaza de Armas dove abbiamo poi imboccato una strada piena di locali, ristoranti e negozi per trovare un ostello in cui passare la notte.
Siamo sul posto per visitare la parte peruviana del Lago Titicaca, abbiamo così deciso di prenotare un tour di 2 giorni per visitare alcune isole sul lago e soggiornare presso una famiglia locale. Subito, entrando in Perù, abbiamo notato una grande differenza con la Bolivia: il popolo boliviano è molto scuro, molto discreto. Si ha quasi l’impressione di dargli in un qualche modo fastidio. Questo probabilmente perchè la Bolivia è nuova ad essersi aperta al turismo e la sua popolazione non ne è ancora del tutto abituata. Sta di fatto che in Perù c’è un enorme business creato sopra il turismo. Lo si avverte subito, a partire dalle numerose agenzie che organizzano tour tutti uguali oppure dalle molteplici richieste sulla strada. Infatti il tour che abbiamo prenotato è risultato deludente ed il motivo sarà l’argomento principale di questo mio post.
Siamo partite presto alla mattina da Puno e, in barca, dove prima della partenza un mediocre musicista si è esibito per 5 minuti chiedendo insistentemente un contributo ad ogni passeggero, abbiamo raggiunto la nostra prima meta, le isole galleggianti "Los Uros". Non appena sbarcate siamo state assalite da una sensazione di finzione, di artificialità. Sono carine da vedere, ma sono un museo, come stare a Gardaland diciamo. Le isole galleggianti hanno una forte storia alle spalle, costruite a mano dalle antiche popolazioni inca, ma purtroppo, ad oggi sono diventate una trappola per turisti. Una volta arrivati sulla prima isola galleggiante ci è stata fatta una piccola presentazione sulla vita degli abitanti e immediatamente dopo queste donne ci hanno portato, a noi i turisti, dentro “le loro case” per una visita, sì, ma mostrandoci una serie infinita di tovaglie, coperte, vestiti cucini a mano da loro proponendoceli a prezzi esageratamente alti. Si è poi obbligati a pagare un tassa extra di 10 soles per salire a bordo di una piccola barca costruita per portare i visitatori su di un’altra isola galleggiante. Nel frattempo, bambini improvvisati musicisti, fanno il teatrino chiedendo naturalmente un contributo. Ci siamo sentiti in un museo, oltretutto con una guida maleducata e palesemente all’interno di questo business, la quale ci ha obbligato a pagare questi extra sottolineando il fatto di aver scattato qualche foto senza dare nulla in cambio. Quasi come se non avessimo pagato per unirci al tour.
Ma andiamo oltre, visitare le Isole Amantanì e Taquile vale sicuramente la pena, così come l’esperienza di soggiornare presso una famiglia locale. Purtroppo, però, le numerose agenzie hanno costruito un business sopra la povertà di queste famiglie. Innanzitutto il sistema è a rotazione, questo significa che ogni famiglia riceve un turista al mese, più o meno. Oltre a ciò le famiglie vengono fatte aspettare mesi per ricevere la parte di soldi che gli spetta. Questo ci è stato raccontato da L., la signora che ci ha ospitato con grande disponibilità e cuore, nonostante le condizioni sue e della sua famiglia, siano davvero povere. Bisogna sempre sentire tutte le campane e misurare le parole delle persone che risultano in disperazione, ma in questo caso purtroppo l’altezzosità dei tour operator non lascia che pensare ad altro.
Inoltre, durante il tour, si è in costante pressione e richiesta di pagare ulteriori soldi alla comunità o di comprare loro cuciti. Se decidete di visitare queste isole, siate consapevoli di ciò e prenotate il vostro tour con l’agenzia Always Travel, situata nel centro di Puno (vicino la Plaza de Armas). È l’unica agenzia che si sta preoccupando della situazione e consente di pagare direttamente alle famiglie.
Alcune curiosità sul nostro soggiorno ad Amantanì
Alle Isole Amantanì e Taquile abbiamo potuto ammirare notevoli paesaggi e respirare una buona energia positiva proveniente dal magico Lago Titicaca. Soggiornare presso una famiglia locale è stata un’esperienza di grande impatto, vedere con i nostri occhi dove e come vivono gli abitanti e chiacchierare con F., il papà della nostra famiglia ospitante, sulla vita dell’isola. Ci è stata servita una zuppa di quinoa deliziosa, del riso, vari tipi diversi di patate da loro coltivate e un tè di Muña, la loro principale erba medicinale. Infatti la Muña è utilizzata da queste popolazioni contro i problemi di stomaco e come aiuto a respirare ad un'altitudine elevata. Le loro case dispongono di un pannello solare che durante il giorno cattura l’energia del sole per avere un poco di elettricità la sera, un po’, difatti sono abituati ad andare a dormire presto per non consumare grandi quantità di energia e sfruttare la luce del sole che sorge presto la mattina. L’acqua a loro disposizione viene dal lago ed è limitata, così avere una lavastoviglie per noi è scontato, ma lavare i piatti in un piccolo catino a terra rende i nostri comfort più che un privilegio. Gli abitanti dell’Isola Amantanì si considerano quasi vegetariani, questo perchè per loro avere della carne è un privilegio che possono permettersi solamente un paio di volte l’anno. Ciò che più ci ha lasciato a bocca aperta, però, è stato sentire i versetti emessi da un porcellino d’india chiuso all’interno di una scatola in attesa di un’occasione speciale… Anche in questo campo le differenze culturali sono parecchio interessanti (e sconvolgenti, aggiungerei).
ll mio invito a chi legge è semplicemente quello di prendere scelte responsabili durante i viaggi ed informarsi sempre un pochino prima di visitare un luogo. Anche io ho imparato molto dopo aver percepito questo grande business e in futuro saprò fare decisioni più consapevoli. Nonostante i lati negativi sopra descritti, non significa che non desidero in un futuro visitare questo Paese maggiormente, da Arequipa, a Cuzco e il famoso Machu Picchu, alla capitale Lima. Come durante ogni viaggio, bisogna prendere delle decisioni e purtroppo lasciare da parte alcuni luoghi, per visitarne degli altri. Dopo aver visitato questa parte peruviana del Lago Titicaca, abbiamo deciso di rientrare in Bolivia e vistarne un po' di più.
Ciao Perù, ci rivedremo!
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